100 anni fa, il motorsport italiano trovò casa. La trovò a Monza, nella fantastica cornice del Parco della Villa Reale, il polmone verde recintato più grande d’Europa. In quel luogo sono stati scritti capitoli indimenticabili della storia delle corse che nelle monoposto da Gran Premio trovò la massima espressione. Monza-Autodromo (e viceversa), un iconico binomio famoso nel mondo. Forse il più evocativo per le gare d’auto. Le due ruote hanno infatti avuto nel tempo un legame forte, ma discontinuo, con quell’asfalto e quelle curve, mentre tra le automobili e l’Autodromo la scintilla dell’amore non si è mai spenta. Fatale fu il primo incontro tra la giovanissima e avvenente pista e gli affascinanti e performanti bolidi da Grand Prix, i bisnonni della nostra Formula 1. Era il 10 settembre 1922, due giorni dopo il debutto delle motociclette del Gran Premio delle Nazioni e una settimana dopo il primo “collaudo” con le vetturette. L’attesa per quella grande “novità” era fortissima e pari solo a quella del nuovo capitolo del duello tra le macchine italiane e francesi, contrapposte da forte rivalità sportiva, ma anche nazionalistica. Segnatamente Fiat contro Ballot, Bugatti, e Roland-Pillain con il corollario delle britanniche Aston Martin e Sunbeam.